"MARTIN DISLER (1949-1996) - DISEGNI"
28.09.2024 Esposizione Museo e Centro d’Arte Contemporanea Ticino (MACT/CACT), Bellinzona, fino al 15 dicembre 2024
Immagine: Martin Disler (1949-1996), "Ohne Titel", 1984. Guazzo su cartone, firmato in basso a dx "disler 84", 41.7 x 29.5 cm. Collezione privata, Svizzera
Dal 1994, il MACT/CACT cerca di approfondire l’opera dell’artista svizzero Martin Disler (1949-1996), che ebbe proprio il suo debutto ticinese, ancorché tardi, qui da noi, marcando così la nascita del MACT/CACT in Svizzera.
E, questa volta, con un’esposizione che chiude la stagione 2024 e che commemora i 30 anni di esistenza del MACT/CACT, abbiamo voluto presentare una selezione di opere su carta – disegni e qualche monotipo–, eseguiti tra la fine degli anni 1970 e il 1995, anno prima della sua morte.
Protagonista attivo della scena neo-espressionista nata sul finire degli anni 1970, quale contrappunto all’arte concettuale e minimale, Disler si è sempre, tuttavia, ritagliato uno spazio molto personale e quasi unico all’interno di uno degli ultimi collettivi del secolo scorso, dove l’attivismo aggregativo segnava davvero la fine di un millennio e di tante ideologiche utopie.
L’artista svizzero riesce a essere fedele alla sua autenticità professionale, artistica ed esistenziale fino alla morte, scavando con innovato impeto – all’inizio degli anni 1990 – nel momento storico di snodo mutativo tra un secolo che stava finendo e l’altro che iniziava. La sua opera ultima e il linguaggio da lui impiegato si scatenava sempre più dagli stilemi del momento e da quel fermento comunitario, che aveva connotando i due decenni precedenti. Finiti gli anni 1980, ecco che l’autore svizzero continua il suo nuovo percorso interrotto solo dal suo decesso avvenuto nel 1996.
Fedele esistenzialista, ateo e giusto, realista e in nessuna maniera pietista, ma notevolmente e sinceramente sensibile ai disastri dell’essere umano, Martin Disler interpreta e ridisegna le nevrosi di una fine epocale annunciata, in equilibrio tra la confusione di una società orfana di un mondo che fu e l’incertezza caratterizzante i primi due decenni del nuovo millennio, tra cannibalismo sociale e solitudine digitale.
Percorrendo il sentiero della mostra, che presenta – appunto – opere su carta eseguite dalla fine degli anni 1970 fino al 1995, si delinea chiaramente il transito da un’epoca aggressiva a una fase maggiormente simbolista e riflessiva, laddove la caduta del Muro di Berlino ha certamente segnato quel momento di assestamento e di confusione evolutiva non solo geo-politica ed economica, bensì anche di incertezza sociale.
Disler, con grande sensibilità e sofferenza interiore, evidenzia questo momento confusionale e di fragilità identitaria.
Mario Casanova
Contatto:
https://www.cacticino.net/mostre/martin-disler-2/
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